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  • RNA for Climate change

    Inventato il vaccino RNA contro le ondate di calore: “Presto obbligatorio per tutti”

    Secondo un recentissimo studio pubblicato sul prestigioso Journal of Extremely Questionable Science, un team internazionale di scienziati ha finalmente creato un vaccino a RNA in grado di proteggere dal caldo torrido. La sperimentazione, già in fase 8 su cavallette giganti geneticamente modificate, avrebbe dato risultati definitivi.

    “Grazie a una singola dose annuale, il corpo umano potrà raffreddarsi autonomamente, riducendo la temperatura interna fino a 10 gradi. Gli effetti collaterali includono leggere allucinazioni igloo-formi e un incontrollabile desiderio di parlare eschimese per qualche ora.”

    Prof. Helmut Gelatin, Università di Nuuk, Groenlandia

    Il vaccino, denominato CoolmRNA, è stato sviluppato con il supporto finanziario della Fondazione Bill Chill & Co., da anni impegnata nella lotta contro l’afa globale. Secondo le prime indiscrezioni trapelate dal Climate Control Research Center di Dubai, l’obiettivo sarebbe distribuire il siero a tutta la popolazione mondiale entro il 2028, periodo in cui si prevede che il pianeta raggiunga una temperatura media di 67°C all’ombra.

    Il Ministro della Sanità Termica ha commentato la notizia con entusiasmo:

    “Finalmente un vaccino davvero utile: finora potevamo proteggerci solo da virus, batteri e altre sciocchezze. Ora potremo affrontare l’estate senza sudare, pagando però una piccola tassa mensile sul fresco prodotto.”

    Ministero della Salute Termica, Comunicato Stampa #42, 04/07/2025

    Il movimento complottista “Caldo Libero” ha già annunciato una manifestazione di protesta:

    “Il caldo è un diritto naturale e sacrosanto. Noi rifiutiamo qualsiasi intervento esterno: continueremo a sudare liberamente, come ci ha insegnato il nostro Guru Dr. Sweat Love.”

    Comunicato Telegram @caldolibero, 03/07/2025

    Secondo indiscrezioni (fonte: FakeNewsToday.org), la prossima frontiera sarà un vaccino a RNA contro i lunedì mattina, già in sperimentazione segreta presso il Centro Ricerche Motivazionali di Timbuktu.

    Articolo a cura di Redazione Ironica – Tutti i diritti riservati, vietata la riproduzione anche parziale se non accompagnata da risate incontrollate.

     

  • Aggiornamento Meteo e Complotto in atto

    vorrei però una conferma alla mia domanda, più chiara e decisa, i complottisti odierni negano il cambiamento climatico ?
     
    ChatGPT ha detto:

    Risposta chiara e diretta alla tua domanda:

    Sì.

    👉 Oggi molti complottisti negano il cambiamento climatico o comunque negano che:

    • sia causato dall’uomo (“è sempre stato così, è ciclico”),

    • sia un problema reale (“gonfiano i dati per spaventarci”),

    • richieda interventi politici (“vogliono controllarci con la scusa dell’emergenza climatica”).


    🔍 Come lo vedono?

    ✔️ Lo considerano un complotto orchestrato da governi, élite, ONU e scienziati, per:

    • giustificare nuove tasse,

    • introdurre controlli e restrizioni,

    • portare avanti l’Agenda 2030 (spesso distorta in chiave complottista come “grande reset”).


    💬 Conclusione chiara

    ➡️ Il complottista medio odierno non accetta il cambiamento climatico come problema reale:
    lo nega in parte o del tutto, oppure lo considera un complotto per instaurare poteri più autoritari.

    Se desideri posso raccoglierti esempi concreti da canali italiani di questi giorni per confermare questa tendenza in modo documentato.

    I complottisti negano il cambiamento climatico?

    Sì. Oggi molti gruppi complottisti considerano il cambiamento climatico un complotto orchestrato da governi, scienziati e organizzazioni internazionali per controllare la popolazione, introdurre nuove tasse o limitare le libertà personali (Harvard Misinformation Review).

    Perché lo negano?

    • Psicologia del complotto: sentire di conoscere “la verità nascosta” dà senso di controllo (Treccani).
    • Sfiducia nelle istituzioni: scienziati e governi sono visti come manipolatori interessati solo a fondi o potere (Rinnovabili.it).
    • Ideologia politica: negare la crisi climatica protegge l’idea di libero mercato assoluto senza interventi statali (Harvard Misinformation Review).
    • Echo chamber online: gruppi Telegram, social e blog complottisti rafforzano costantemente queste narrazioni.

    Conseguenze

    Il negazionismo climatico complottista indebolisce la fiducia pubblica nella scienza e rallenta politiche ambientali efficaci, aggravando l’emergenza (PubMed).

    Conclusione

    Per i complottisti odierni, il cambiamento climatico è meno un problema scientifico e più uno strumento di controllo globale. Questa visione consolida la loro identità di gruppo e li allontana da soluzioni condivise per la crisi ambientale.

  • Cosa c’entra il sonno con l’acufene?

    Durante il sonno profondo – la fase più ristoratrice – il cervello entra in uno stato di attività a onde lente, che serve a far recuperare i neuroni e rafforzare la memoria. In chi soffre di acufene, alcune aree cerebrali risultano però iperattive anche durante il riposo, impedendo il pieno ingresso nel sonno profondo. Questo spiega perché molti pazienti lamentano insonnia, sonno leggero o interrotto, e in alcuni casi anche paralisi notturne o incubi.

    C’è però anche una buona notizia: durante il sonno profondo, le onde lente sembrano riuscire a “spegnere” temporaneamente l’acufene, riducendone l’intensità. Il motivo? Le onde lente interferiscono con la comunicazione tra le diverse aree cerebrali, bloccando le regioni iperattive responsabili dei suoni fantasma. Questa scoperta potrebbe aprire nuove strade terapeutiche: migliorare la qualità del sonno – ad esempio con tecniche per aumentare il sonno profondo – potrebbe aiutare a tenere sotto controllo l’acufene, o almeno a renderlo più sopportabile. Secondo gli autori, monitorare simultaneamente il sonno e l’attività cerebrale nei pazienti potrà in futuro portare a trattamenti più mirati e personalizzati. Un passo importante per affrontare un disturbo ancora poco compreso ma molto diffuso.

    Tinnitus: un legame sorprendente con una funzione corporea cruciale

    HEALTH – 28 Giugno 2025
    Di Linus Milinski et al., The Conversation

    Tinnitus e sonno
    (Nes/E+/Getty Images)

    Circa il 15% della popolazione mondiale soffre di tinnitus, una condizione che porta a percepire suoni come ronzio o fischio senza alcuna sorgente esterna. Spesso è associata alla perdita dell’udito e può avere effetti significativi sulla salute mentale, causando stress e depressione, specialmente nei casi cronici.

    Attualmente non esiste una cura, ma la ricerca suggerisce che il sonno potrebbe svolgere un ruolo chiave nella comprensione e gestione del tinnitus.

    Il tinnitus come percezione fantasma

    Il tinnitus è considerato una percezione fantasma, ovvero quando l’attività cerebrale fa percepire stimoli (visivi, uditivi o olfattivi) inesistenti. La maggior parte delle persone sperimenta percezioni fantasma solo durante il sonno, ma chi soffre di tinnitus le percepisce da sveglio.

    Come il sonno influenza il tinnitus

    Durante il sonno profondo (slow-wave sleep), l’attività cerebrale si organizza in “onde” che attivano aree come memoria e udito. Questo permette ai neuroni di recuperare dall’usura quotidiana e contribuisce alla sensazione di riposo e al consolidamento della memoria.

    Nei pazienti con tinnitus, alcune aree cerebrali potrebbero restare iperattive anche durante il sonno profondo, causando disturbi del sonno e risvegli notturni. Infatti, chi soffre di tinnitus trascorre più tempo nel sonno leggero, impedendo un riposo completo.

    Sonno e tinnitus
    (Catherine Delahaye/Getty Images)

    La buona notizia è che, nonostante il tinnitus riduca il sonno profondo, la ricerca mostra che nelle fasi di sonno più profondo il tinnitus può essere parzialmente soppresso grazie alle onde lente che interferiscono con l’iperattività cerebrale.

    Perché il sonno profondo può aiutare

    Durante la veglia prolungata, i neuroni entrano naturalmente in modalità slow-wave per recuperare. Questo fenomeno coinvolge progressivamente anche altre aree cerebrali, incluso l’udito. Le onde lente interferiscono inoltre con la comunicazione tra regioni cerebrali, riducendo l’impatto delle aree iperattive responsabili del tinnitus.

    Questo spiegherebbe perché chi soffre di tinnitus riesce comunque a raggiungere il sonno profondo e a trarne beneficio.

    Le implicazioni terapeutiche

    L’intensità del tinnitus varia durante il giorno. Studiare come cambia durante il sonno potrebbe rivelare nuovi approcci terapeutici. Ad esempio, la restrizione del sonno (andare a letto solo quando si è davvero stanchi) può ridurre le interruzioni del sonno e aumentare l’attività slow-wave, migliorando potenzialmente il tinnitus.

    In futuro, monitorare simultaneamente le fasi del sonno e l’attività cerebrale legata al tinnitus potrebbe aiutare a capire meglio questo legame e sviluppare trattamenti basati sull’attività naturale del cervello.

    Articolo originale su The Conversation
    Linus Milinski, Dottorando in Neuroscienze, University of Oxford; Fernando Nodal, Lecturer, Auditory Neuroscience Group, University of Oxford; Victoria Bajo Lorenzana, Associate Professor di Neuroscience, University of Oxford; Vladyslav Vyazovskiy, Professor of Sleep Physiology, University of Oxford.

  • Il mio acufene

    è iniziato a Novembre del 2023.