Categoria: Gossip

Spettagulez di tutto e di più …

  • Acufene

    Cosa mostra questo grafico

    • Asse orizzontale (frequenze in Hz): va da 125 Hz a 8000 Hz — rappresenta i toni dal più grave al più acuto.

    • Asse verticale (soglia uditiva in dB): va da 0 (udito perfetto) a 120 dB (sordità profonda). Più il punto è in basso, maggiore è la perdita.

    Analisi

    • Fino a 1000 Hz: l’udito è normale (0–10 dB). Linea piatta = nessuna perdita nelle frequenze gravi.

    • Da 1500 Hz in su: c’è una discesa netta, sia nell’orecchio destro (rosso) che sinistro (blu), soprattutto oltre i 2000 Hz.

      • Intorno a 3000–4000 Hz, si arriva a una perdita di circa 60–80 dB, che è una perdita uditiva moderata-grave nelle frequenze acute.

      • Questo tipo di profilo è chiamato “curva a scivolo” (sloping hearing loss).


    Collegamento con l’acufene

    Molti acufeni si manifestano proprio in corrispondenza delle frequenze dove l’udito inizia a calare, in questo caso dai 2000 Hz in poi. Quando il cervello riceve meno stimoli da queste frequenze, può “compensare” generando un suono fantasma, che è appunto l’acufene.

    Quindi sì, nel tuo caso l’acufene può essere legato a questa perdita selettiva, anche se il resto dell’udito è normale. Questo lo differenzia da un caso di acufene non uditivo (es. da cervicale o stress), ma non esclude che ci sia anche una componente somatica.

     

  • sta sera minestrina

    con tabasco

  • niente mp4 dai

    mi son rotto il belino.

  • dateci due colpettini

    ACUFENE

  • Il corpo non attacca mai se stesso

    Quante volte abbiamo pensato:
    “Il mio corpo è impazzito. Ce l’ha con me.”

    Quando ci svegliamo con le articolazioni infiammate, con l’asma che stringe il petto, con un eczema che brucia o una pressione che sale senza preavviso, è facile pensare che qualcosa in noi si sia spezzato. Che il nostro stesso organismo si stia ribellando.

    Ma c’è un’altra verità.
    Più scomoda, più profonda… ma anche più liberatoria.
    Il corpo non attacca mai se stesso. Mai.
    Non è progettato per autodistruggersi, ma per adattarsi, proteggersi e sopravvivere.

    Ogni sintomo è un messaggio.
    Ogni diagnosi è un grido che il corpo lancia per essere ascoltato, non per essere combattuto.


    Alcuni esempi?

    • L’osteoporosi non è un fallimento, ma un tentativo disperato di liberare minerali alcalinizzanti per tamponare un terreno troppo acido.

    • Le vene varicose sono deviazioni create per compensare una circolazione compromessa.

    • L’ansia è un sistema nervoso in modalità emergenza che cerca comunque di starti accanto.

    • Il colesterolo alto è un cerotto biologico. Ripara, protegge, ricostruisce.

    • L’insonnia è una sveglia emotiva. Ti chiama a guardare ciò che stai evitando.

    • Dermatiti ed eczemi: la pelle diventa valvola di sfogo per tossine o emozioni.

    • La tosse è un atto di difesa. Butta fuori ciò che non può restare dentro.

    • I tumori? Duri da accettare, ma a volte sono un contenitore per isolare ciò che il corpo non riesce a integrare.

    • Il vomito: espulsione urgente. Rifiuto profondo.

    • Le allergie sono reazioni eccessive, forse perché il sistema è esausto o si sente invaso.

    • La stanchezza cronica è il corpo che risparmia energia per guarire.

    • La gotta: dolore acuto per evitare danni sistemici.

    • L’ipertensione: pressione per portare ossigeno dove serve.

    • L’asma: chiusura protettiva delle vie respiratorie.


    Il corpo è un alleato instancabile.
    Non è contro di noi. Mai.
    Ci parla in un linguaggio fatto di febbre, infiammazioni, eruzioni cutanee, squilibri.
    Non è un attacco. È una richiesta d’attenzione.

    “Guarda. Ascolta. Qualcosa ha bisogno di essere riconosciuto.”

    Quando smettiamo di vedere i sintomi come nemici, e iniziamo a leggerli come strategie di adattamento, cambia tutto.
    Non dobbiamo più combattere contro di noi, ma camminare insieme al nostro corpo, accompagnarlo verso un nuovo equilibrio.

    Ricostruire ponti. Non barricate.
    È lì che inizia la vera guarigione.