Basic Income for the Arts in Irlanda: risultati del pilota e perché si va verso uno schema permanente
Oltre a essere una novità politica, il
Basic Income for the Arts (BIA) irlandese
sta producendo una grande quantità di dati su cosa succede quando si garantisce un reddito
stabile agli artisti. I risultati emersi finora sono talmente positivi da aver spinto il governo
a progettare un
successor scheme strutturale nel
Budget 2026.
Un pilota che genera più valore di quanto costa
Nel 2025 il governo irlandese ha pubblicato una
cost-benefit analysis ufficiale
sul BIA. Il quadro che ne esce è molto chiaro:
- il pilota ha generato oltre 100 milioni di euro di benefici sociali ed economici complessivi;
- per ogni 1 € di denaro pubblico investito, la società ne ha ricevuti in media 1,39 € in ritorno;
- grazie a maggiori entrate fiscali e a minori spese di welfare, il costo netto per lo Stato è sceso da circa 105 milioni a meno di 72 milioni.
In altre parole, sostenere gli artisti con un reddito di base non è solo una misura di giustizia sociale:
secondo i dati del governo,
conviene anche economicamente alla collettività.
Questi risultati sono riportati nel
comunicato stampa ufficiale sui benefici socio-economici del BIA
e nell’
Impact Assessment dell’Irish Government Economic and Evaluation Service (IGEES).
Meno ansia, più tempo per creare
Un altro rapporto governativo, pubblicato nel 2025, analizza l’effetto del BIA sulla vita quotidiana
dei partecipanti. Fra i risultati principali:
- riduzione dell’ansia finanziaria e maggiore capacità di “arrivare a fine mese”;
- più tempo dedicato alla pratica creativa: i beneficiari dichiarano molte più ore settimanali riservate al lavoro artistico rispetto al gruppo di controllo;
- maggior benessere e soddisfazione di vita, oltre a un aumento del senso di validazione e di autonomia artistica.
Questi risultati sono descritti nel comunicato
“Basic Income for the Arts: Less anxiety, more productivity, greater life satisfaction”
e in un successivo report basato su interviste approfondite ai partecipanti.
Il consenso pubblico: il 97% vuole che il BIA diventi permanente
Nel 2025 il governo ha lanciato una
consultazione pubblica sul futuro del BIA.
La risposta è stata enorme:
- oltre 17.000 persone hanno partecipato alla consultazione;
- 97% dei rispondenti (fra pubblico, artisti e organizzazioni culturali)
ha dichiarato che il Basic Income for the Arts dovrebbe essere reso permanente;
- più della metà dei rispondenti considera l’attuale importo di 325 € a settimana “adeguato”,
mentre una parte significativa lo giudica “troppo basso”.
Questi dati provengono dal
comunicato ufficiale sulla consultazione pubblica.
Budget 2026: verso uno schema strutturale per gli artisti
Alla luce dei risultati del pilota e del forte consenso pubblico, il governo irlandese ha deciso di
non interrompere il sostegno agli artisti nel 2026.
Nel documento
“Your guide to Budget 2026”
il governo annuncia l’avvio, dal 2026, di un
successor scheme al Basic Income for the Arts.
In pratica:
- il pilota terminato (con estensione fino a febbraio 2026) viene considerato un successo;
- nel Budget 2026 si prevede un nuovo schema strutturale di reddito per gli artisti,
spesso definito dai media come “schema permanente”;
- sono attesi nuovi bandi per candidature e possibili ampliamenti del numero di beneficiari
a partire dal 2026, con dettagli da pubblicare dal Dipartimento competente.
Diversi media irlandesi e internazionali hanno ripreso le dichiarazioni del governo descrivendo il passaggio
come una vera e propria
istituzionalizzazione del reddito di base per gli artisti in Irlanda.
Perché questo caso interessa anche fuori dall’Irlanda
Il BIA è osservato con attenzione da molti altri Paesi perché:
- offre dati concreti su come un reddito di base mirato agli artisti
influenzi lavoro, salute mentale, tempo creativo e partecipazione culturale;
- mostra che una politica per le arti può avere un ritorno economico netto positivo
per lo Stato, non solo un “costo”;
- innesca un dibattito più ampio su reddito di base, lavoro culturale e welfare
anche in altri contesti nazionali.
Per il mondo della musica, della performance, del teatro, delle arti visive e dei nuovi media,
l’esperienza irlandese rappresenta una
base di dati reale da cui partire per discutere
nuove forme di sostegno pubblico e modelli di reddito più stabili per i lavoratori della cultura.
Fonti ufficiali